Ogni giorno migliaia di animali destinati all’allevamento e
alla macellazione sono trasportati sulle strade d’Europa; l’Italia rappresenta
un importante crocevia di questo commercio in quanto Paese importatore e di
transito verso altri Paesi UE o Paesi terzi. Al fine di tutelare il benessere
degli animali durante il trasporto, l’Unione europea ha emanato il Regolamento
1/2005, entrato in applicazione dal 5 gennaio 2007, che ha cambiato
radicalmente il quadro normativo precedente, prevedendo disposizioni più severe
e restrittive.
Ma cosa dice il ministero della salute a riguardo?
Non può essere trasportato nessun animale che non sia idoneo
al viaggio previsto, né le condizioni di trasporto possono essere tali da
esporre l’animale a lesioni o a sofferenze inutili. Non sono idonei al
trasporto animali che presentano lesioni o problemi fisiologici ovvero
patologie in particolare se:
•non sono in grado di spostarsi autonomamente senza
sofferenza o di deambulare senza aiuto;
•presentano ferite aperte di natura grave o prolasso;
•sono femmine gravide che hanno superato il 90% del periodo
di gestazione previsto;
•sono femmine che hanno partorito durante la settimana
precedente;
•sono mammiferi neonati con ombelico non completamente
cicatrizzato;
•sono animali sotto effetto di sedativi, se non sotto
controllo veterinario.
Tutti i mezzi di trasporto devono essere concepiti,
costruiti, mantenuti, usati in modo tale da evitare lesioni e sofferenze e
assicurare l’incolumità agli animali. I mezzi di trasporto indipendentemente
dalla durata del viaggio devono:
•proteggere gli animali da intemperie, temperature estreme,
variazioni climatiche avverse;
• essere provvisti di tetto e di pareti con aperture
regolabili.
Ma tutto ciò può definirsi eticamente corretto? Sì, se solo
si tenesse conto delle normative Europee. Infatti l’articolo 13
del Trattato sull’Unione Europea, che invita a tener conto delle esigenze in
materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, pare lettera
morta di fronte alla realtà di questi viaggi infernali dall’allevamento al
macello. I “viaggi della morte” sono una
crudele realtà che si palesa quotidianamente sotto i nostri occhi, troppo
spesso insensibili alla sofferenza altrui. Ammassati all’interno di camion in
spazi ridottissimi, affamati, disidratati, impauriti, in condizioni di
esaurimento psico-fisico, esposti al rischio di ferirsi o ammalarsi. Ogni anno
moltissimi animali sono costretti a viaggiare per ore ed ore su lunghe tratte
all’interno dell’Unione europea e verso Paesi terzi. Al fronte di quanto accade
quotidianamente, Eurogroup for Animals ha lanciato la campagna #StopTheTrucks per invitare i governi degli
altri Paesi europei a supportare l’iniziativa lanciata da Germania, Paesi
Bassi, Danimarca e Svezia, ovvero la richiesta all’Unione Europea di modificare
la normativa attuale, limitando in particolare la durata dei viaggi.
«Una nuova formulazione della
legge non solo faciliterebbe una migliore implementazione, ma permetterebbe di
aggiornare le attuali regole per riflettere le ultime scoperte scientifiche
relative a salute e benessere animale. Permetterebbe di imporre limiti alla
durata dei viaggi a seconda della specie, requisiti più stringenti e specifici
per il trasporto, così come il miglioramento della formazione per autisti e
addetti» sostiene la LAV Lega Anti
Vivisezione
Stesura: Vargiu Michela
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